E’ passato qualche giorno da Rivestiti!, Il festival organizzato a Bologna di cui vi abbiamo parlato qui. Noi ci siamo stati e vi possiamo raccontare quello che ci è piaciuto
Un sacco di gente
Il tempo non era dalla nostra parte ma per fortuna l’affluenza è stata davvero da record. La stima si aggira sui 17.000 visitatori, ma aspettiamo i dati ufficiali. Un festival che grazie all’ostinazione e alla tenacia dei suoi organizzatori sta diventando un punto di riferimento sempre crescente e che fornisce ai visitatori una risposta chiara alle richieste di alternative al mercato del fast fashion.
La partecipazione
Il programma è stato ricco di eventi culturali che hanno coinvolto i partecipanti. Non è stata una fiera, una bella vetrina in cui fare sfoggio di bei prodotti. C’è stato scambio di idee, confronto e partecipazione. Se da un lato la sostenibilità economica di un evento è importante per consentirne il proseguimento, la possibilità di condividere i valori sottesi ai prodotti è ben più importate.
Gli espositori
Non è stato un festival “che si guarda l’ombelico”. Tra gli espositori associazioni del commercio equo, associazioni e aziende che si occupano di recupero di abbigliamento, commercianti privati che hanno prodotti capaci in altro modo di rispondere alle stesse domande. Far coesistere la diversità non è facile ma è la sfida a cui siamo chiamati a rispondere.
Le sfilate
Persone normali, ragazze e ragazzi, donne della politica… insomma passerelle originali che si dimenticano della moda tutta copertina e photoshop e diventano momento di intrattenimento e di comunicazione. Se l’abito è capace di trasmettere qualcosa di chi lo indossa, il messaggio è arrivato forte e chiaro: non vogliamo indossare qualcosa che sia prodotto senza rispetto.
E adesso…?
Beh, siamo talmente galvanizzati che non vediamo l’ora di portare qualcosa anche a Imola. Intanto cominciamo con la challenge #5torevolution proposta da Altromercato, altraQualità e Equo Garantito