Gingerito per l’estate

Gingerito è una soda al ginger dall’alto potere dissetante fatta con estratto di zenzero, noto per le proprietà corroboranti e benefiche. Scopri con noi la storia dei produttori

La storia di Coopecañera

L’ingrediento principale del Gingerito è lo zucchero, chre proviene dal Costa Rica grazie alla tenacia e alla costanza dei suoi fondaltori.

Nei primi anni di attività Coopecañera ha superato numerosi ostacoli, come l’iniziale incapacità di lavorare tutta la canna da zucchero portata piccoli produttori. Col tempo si riuscì a portare la capacità di lavorazione a livello della produzione agricola, a contenere i costi fissi e a migliorare i profitti. Coopecañera lavora adesso per stabilire la migliore relazione possibile coi coltivatori di caña. I progetti futuri di aumento della capacità tecnica e di diversificazione commerciale rientrano in questa logica, necessaria a irrobustire la filiera equa e solidale. Storia La nascita di Coopecañera avvenne nel maggio del 1972. Lo scopo principale era allora di riuscire a ridurre i costi di trasporto della canna da zucchero verso le fabbriche dove veniva lavorata. I primi anni di sforzi furono premiati dall’acquisto di uno stabilimento per la lavorazione nel 1977. Seguì un periodo difficile, a causa dell’incapacità dello stabilimento di sostenere tutta la produzione dei soci: la direzione fu interamente rinnovata, e col tempo si riuscì a portare la capacità di lavorazione a livello della produzione agricola, a contenere i costi fissi e a migliorare i profitti. La metà degli anni ’90 portò nuove difficoltà dovute alla scarsa quantità e qualità della canna da zucchero, oltre che dalla concorrenza feroce di altre aziende. I problemi si risolsero grazie a un prestito ottenuto dalla cooperativa, che rapidamente riportò la produzione a livelli soddisfacenti. Iniziando con il 2005 Coopecañera esporta direttamente al prezzo minimo del fair trade.  

Perfetto per preparare un aperitivo diverso dal solito, magari aggiungendo succo di limone o arancia. Provalo con vino bianco e ghiaccio: regalerai un tocco esotico al più classico degli spritz. 

La trovi in bottega fino al luglio con uno sconto del 15%: affrettati

Fonte: Altromercato

Dissetati con g(i)usto!

La calura estiva ci impone di bere tanta acqua, ma alle volte preferiamo qualcosa di più gustoso. Per non ricadere sulle classiche bibite artefatte e piene di zuccheri, il commercio equo propone tante dissetanti alternative, ricche anche di valore sociale. Andiamo a scoprirne alcune con la promozione Fair&Fresh

Frutti rossi di sicilia

Il succo Frutti Rossi di Sicilia nasce dall’incontro tra la naturale e dolce freschezza dell’Arancia Rossa e le molteplici proprietà organolettiche e nutrizionali del Fico d’India, dell’Uva Rossa e della Melagrana.

Dedicato a Beppe Montana, commissario di Polizia a capo della Squadra Catturandi di Palermo, vigliaccamente ucciso in un agguato mafioso il 28 giugno 1985.

Ingredienti: succo di Arancia Rossa (25%), acqua, zucchero, succo di Fico d’India (5%), succo di Uva Rossa (5%), succo di Melagrana (3%), carota nera, rosa canina.

Non contiene conservanti, né coloranti.

Dal sito di Libera terra

Il Nettare di frutti di bosco

Contiene i migliori prodotti della foresta: mirtillo rosso, mirtillo nero, lampone, mora, corniolo e sambuco, vengono spremuti a freddo e donano una purea con oltre il 40% di frutta. Non contiene conservanti, coloranti e sostanze aromatizzanti ed è dolcificato esclusivamente con zuccheri naturali della frutta (succo concentrato di mela).  I mirtilli provengono dalla  cooperativa Insieme, fondata nel maggio 2003 a Bratunac, una piccola località a pochi km da Srebrenica sul confine tra Serbia e Bosnia Erzegovina. Con il  Progetto “Lampone per la Pace” è stato possibile riunire le famiglie più deboli (vedove, madri con figli, famiglie disoccupate, famiglie con più di tre figli) e offrire loro la possibilità di coltivare dei mirtilli come mezzo di sussistenza di lungo periodo. Dopo due anni di analisi dei bisogni, è stata fondata la cooperativa per fornire piante di lamponi e assistenza tecnica alle famiglie e creare una fabbrica dove conservare i lamponi e altri frutti di bosco come more e mirtilli. I frutti di bosco costituiscono una produzione tipica della zona da oltre cinquant’anni.

Dal sito di Altromercato

I prodotti in promozione non finiscono qui, anche The break, Gingerito, Guaranito, Le birre Morosina e i prosecchi  Quorum e Genesis. Ti aspettiamo in bottega

Si fa presto a dire caffè.

Uno dei prodotti cardine del commercio equo e solidale è sicuramente il caffè. Nasce per contrappasso dalla storia che lo ha caratterizzato tra Seicento e Settecento, quale prodotto coloniale imposto,  come tante altre colture,  per ottenere grandi latifondi di monoprodotto da esportare e vendere in Europa.

Uno dei  fornitore di Caffè per altroMercato è ACPCU, Ankole Coffee Producers Cooperative Union, riunisce i piccoli produttori di caffè dei villaggi che si trovano nella zona sud occidentale dell’Uganda,

“Grazie alla scelta dei soci di ACPCU di produrre caffè biologico e alla grande attenzione alla qualità, i contadini ora hanno un reddito sicuro e dignitoso. Mentre prima venivano fortemente sfruttati a sopravvivevano grazie a un’agricoltura di sussistenza, ora i soci delle 20 cooperative possono usufruire di numerosi benefici. Anche nei villaggi più remoti sono state costruite scuole elementari e i bambini (di media 5/7 a famiglia) non devono più vivere lontano dalla famiglia per andare a scuola, come avveniva in passato per chi se lo poteva permettere. Il sovrapprezzo pagato dal Commercio Equo e Solidale è servito per costruire una piccola clinica in cui un medico visita la popolazione e segue alcuni progetti specifici per combattere la malaria e prevenire la diffusione dell’Aids. Molte case di argilla sono state sostituite da case di mattoni con un tetto e sono state costruite finalmente delle strade. I contadini vedono che ogni giorno la loro vita cambia e possono sperare nel futuro.”

Altromercato

La varietà di caffè che abbiamo in bottega cerca di coprire le diverse richieste di un prodotto così semplice ma che richiede filosofie diverse per consumarlo

Un grande classico: la moka.

Nella cultura italiana il punto di partenza della storia del caffè è la moka. Il gorgoglio del caffè che risale e il profumo avvolgente che si diffonde per la cucina. Richiede 10 minuti di preparazione e qualche minuto per sorseggiarlo, che sembra siano diventate tempi biblici se paragonati ai caffè che si ottengono con le moderne macchine domestiche. Gli amanti del caffè vintage, insomma possono spaziare tra:

  • Miscele Classica (Arabica), Pregiata o intensa che hanno confezioni colorate e riciclabili e un ottimo rapporto qualità/prezzo.
  • Monorigine, da Etipia, Nicaragua e Messico
  • La linea BIO, sia nella variante Arabica che Decaffeinato

Per i sofisticati: il caffè in grani

 È la fusione perfetta dei frutti etiopi dolcemente tostati, con quelli dell’America Latina. Una soluzione perfetta per chi ama macinare il proprio caffè al momento, consentendo di esprimere al massimo il suo potenziale aromatico. Sentirai un gusto corposo ed equilibrato caratterizzato sul finale da una lieve nota agrumata.

Altromercato

Per i frettolosi

Non tutti vivono il caffè come un rituale lento, di attesa. Per chi preferisce la praticità di una macchina del caffè e abbiamo alcune soluzioni:

  • Compatibili con macchine per Nespresso ad uso domestico
  • Cialde Monodose, sia nella linea Miscela che nella linea Bio
  • Solubile, monorigine provenite dalla Tanzania

E tu, di che caffè sei?

Colori d’estate

Finalmente la bella stagione si è decisa presentarsi. Possiamo finalmente fare il cambio di stagione e chiudere nell’armadio le giacche pesanti e scure. Per portare colore al nostro outfit ,senza dimenticare l’importanza di un prodotto etico, ecco due esempi

I was a sari

Vi piacciono questi foulard di seta? Beh hanno colori meravigliosi perchè sono tradizionali sete indiane

Cercando di dare risposta a questa domanda è nata I was a sari, una impresa sociale indiana che si occupa dell’inserimento lavorativo di donne svantaggiate. In india infatti le donne sono vincolate a convenzioni sociali che ne limitano le libertà. Grazie a questo progetto di upcycling del loro tradizionale abito, per trasformarlo in sciarpe, stole e borse, è possibile dare lor un lavoro e contribuire, con gli utili generati, a migliorare le condizioni di vita della comunità.

Ventagli

Per farsi aria nelle afose giornate d’estate è utile avere in borsetta un buon ventaglio. Questi sono tutti diversi e provengono da un progetto in Indonesia. Le stoffe sono batik di cotone decorati e le stecche sono di legno e cocco. Questi ventagli sono un connubio di sostenibilità e recupero

Tomato Revolution: lavoreresti per 4 euro all’ora?

Parte oggi fino la campagna promossa da Altromercato per fare conoscere una filiera biologica, legale e trasparente della conserva del pomodoro.  Un piatto di pasta può contrastare il caporalato? Noi crediamo di sì.

Balzano ciclicamente agli onori della cronaca episodi di caporalato, come ad esempio la strage di braccianti che ci fu nel 2016 a seguito di un incidente stradale

Fece molto clamore anche l’omicidio di Soumayla Sacko, bracciante irregolare, freddato perchè si era introdotto in una fabbrica abbandonata per rubare lamiera con cui costruirsi una baracca in una tendopoli.

E’ stata resa nota qualche giorno fa una indagine della Polizia di Terracina a seguito di denunce di alcune donne braccianti di origine indiana per sfruttamento, minacce e molestie sessuali. Il loro compenso è 4 € all’ora per un massimo di 18 euro al giorno, con turni che durano l’intera giornata. Una condizione che nessuno di noi sarebbe disposto a subire.

Le condizioni di sfruttamento e degrado in cui esseri umani sono costretti a lavorare e a vivere possono essere inquadrate a pieno titolo come forma di schiavitù. La presenza di queste sacche minaccia l’intero comparto agricolo e i diritti dei lavoratori regolari,  innescando una guerra di prezzi al ribasso dove anche la qualità del prodotto rischia di essere travolta.

Secondo il Rapporto dell’ispettorato Nazionale del lavoro, nel 2016 in Italia il tasso di lavoratori irregolari si aggira sul 50% e questo genera danni economici fino a 3.6 miliardi di euro.

A complicare ulteriormente la situazione, restando sulla filiera del pomodoro, solo un quarto del pomodoro con cui si realizzano passate e concentrati proviene dall’Italia, e una fetta equivalente proviene dalla Cina. L’impatto ambientale che genera il trasporto
di un prodotto abbondantemente disponibile è ingiustificato.
Come può un prodotto, il cui costo di trasporto ha una incidenza notevole sul prezzo finale, essere ancora competitivo  con il prodotto nazione? Come viene prodotto? A quali condizioni? Quali sono le caratteristiche organolettiche di un prodotto coltivato così? In sostanza: cosa ci mangiamo?

Un segnale può partire da noi, smettendo di acquistare secondo una logica al ribasso, ma valorizzando i prodotti che tutelano e garantiscono i diritti dei lavoratori.
Per sostenere la questa causa passa in Bottega e vieni a conoscere la promozione in occasione della Tomato Revolution

Foto: Avvenire